domenica 27 marzo 2011

Racconto: Come il tramonto

L’amore spesso è una questione complicata: ti tormenta, ti logora, non ti lascia dormire la notte. Soprattutto se hai sedici anni e ancora non hai ben chiaro come funzionano certe cose. Volete una prova? Allora leggete attentamente la storia che vi stiamo per raccontare.


Era il tempo dei miei sedici anni e delle sue Marlboro rosse.
Quando tutto intorno a te sembra non avere senso e l’amore è quella cosa che non si sa bene cosa sia. Quando sei alla ricerca di un segno, anche il più insignificante, che ti confermi il suo interesse per te, anche quando non è vero. Quando tu sei troppo magra ed insicura, e lui pensa ad un’altra.
Le ore di fisica altro non erano che un prodromo dell’intervallo, in cui sarei scesa nel cortile a fingere goffamente di dover fumare, perché così l’avrei visto. Ed è stato lì, nel cortile del liceo, che hanno avuto inizio tutte quelle cose assurde ed illogiche che ti trasformano in una donna.
Casualmente facevo in modo di incontrarlo ogni giorno all’uscita della scuola, perché in questo modo avremmo fatto la strada insieme. Lui ascoltava De André e scriveva poesie. Io amavo Baudelaire, avevo i voti più alti di tutti in italiano e filosofia, e pensavo che non gli sarei mai piaciuta con la cintura con le borchie e le All Star. Un giorno mi diede da leggere alcuni versi suoi. Arrivata a casa scoprii che quelle parole erano per una donna coi capelli rossi come il tramonto. Un’altra donna. Telefonai subito ad un’amica. Mi sentivo morire.
Lei mi disse che da lì a breve ci sarebbe stata una festa. Lui ci andrà sicuramente, sarà la mia grande occasione, pensai.
Ovviamente non avevo nulla da mettermi. Non avevo vestiti con i quali sarei potuta sembrare una donna. Soprattutto, non avevo mai indossato delle scarpe con il tacco. Pensavo che se una mia amica me ne avesse prestato un paio gli sarei piaciuta. Per forza.
Ricordo ben poco di quella sera. Il resto mi fu raccontato da una coppia di amici, che erano lì con me.
Oddio, sta salendo le scale! Oddio, sta andando a parlargli! Oddio, gli sta parlando! Oddio, sta tornando indietro! Misacheèandatamale!
Ed in mezzo al fumo, alla musica assordante, alla gente avvinghiata sui divani, mi disse che aveva in mente un’altra. Poco dopo me ne andai. Fuori dal locale lanciai le scarpe della mia amica contro il muro. E quanto avrei voluto che quel muro avesse i capelli rossi per potermi vendicare.


Come il tramonto
di Eleonora Roaro

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