sabato 9 maggio 2009

Mario Favini e la gola "romana".

La cucina del mondo antico era molto diversa dalla nostra, e i piatti di cui si parla in questo racconto erano davvero di moda tra la nobiltà dell’antica Roma. A testimoniarlo è il trattato (in dieci libri!) “De re coquinaria”, che si basa sulle ricette del Marco Gavio Apicio che compare insieme a Seneca in questo testo. Le ricette dell’antica Roma, oggi, si possono trovare su alcuni siti internet specializzati, ma per assaggiare uno dei piatti di Apicio ci vuole una bella dose di coraggio…

Esagerati
di Mario Favini

Sono una persona seria, io. Un sapiente, un pensatore. Sono Lucio Anneo Seneca, per Bacco, il grande filosofo, e mi sento in dovere di condannare queste esagerazioni, queste follie tanto di moda tra i giovani! Ci vuole morigeratezza, ci vuole contegno, ci vuole un po’ di dignità.
Per Bacco!
E invece c’è in giro gente come quel pazzo, lì, come si chiama… Apicio, ecco! Marco Gavio Apicio, un esaltato che ha votato la sua vita all’eccesso, e ai piaceri della gola! Che vergogna!
Inventa ricette, Marco Gavio Apicio. Inventa ricette e spende milioni di sesterzi per allestire banchetti. Il suo patrimonio se lo sta mangiando tutto… letteralmente! Fossero buoni, poi, i suoi piatti… Invece ho come l’impressione che siano uno schifo! Non che li abbia mai assaggiati, ci mancherebbe… Sono una persona seria, io, sono un filosofo stoico.
Per Bacco!
Cucina cose come i pappagalli arrosto, Apicio, e i ghiri farciti, per non parlare dell’utero di scrofa ripieno e dei timballi di pesce formaggio cervella e uova crude…
Che orrore… E che immoralità! Eppure a voi pervertiti queste cose piacciono…Vergognatevi! Dovreste prendere esempio da quelli come me, piuttosto! Venite a gustare la mia, di cucina, la cucina stoica… Pane raffermo e fagioli secchi, ecco quello che ci vorrebbe per voi giovinastri!
Per Bacco!

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