Molto prima che la matita iniziasse a disegnare il fumetto, anzi, molto prima che la matita fosse inventata, anzi, fin dall’inizio dei tempi, i supereroi esistevano. Certo, non indossavano una calzamaglia colorata, ma erano belli, sempre giovani, invulnerabili e i loro poteri erano ugualmente straordinari. Erano Dei e i loro nomi divennero leggenda.
Anche i loro avversari non erano meno agguerriti e pericolosi, dei veri super avversari.
Come il dragone Tiamat, la madre di tutti i mostri, che Marduk sconfisse precipitandola nell’Abisso e conquistando il titolo di Re degli Dei. E che dire dei Titani? Giganti dalla forza bruta smisurata che diedero la scalata alla montagna degli Dei accatastando i monti uno sull’altro? Ma Zeus li sconfisse, scagliando contro di loro micidiali folgori, forgiate per lui da Giganti con un occhio solo.
Al tempo degli Dei, invincibili, immortali e beati, subentrò però il tempo degli Eroi. Figli degli Dei e perciò dotati di poteri straordinari, ereditavano il tragico destino della loro parte umana: l’essere mortali. Così la loro invulnerabilità presentava sempre un punto debole.
L’invincibile eroe greco Achille fu ucciso da una piccola freccia che lo colpì nell’unico punto debole: per renderlo invulnerabile, la dea Teti, sua madre, l’aveva immerso da piccolo nelle acque di un fiume infernale, lo Stige. Solo il tallone, per il quale lo teneva al momento dell’immersione, non era stato bagnato, segnando il suo destino.
Sorte analoga toccò al germanico Sigfrido. Dopo aver ucciso il temibile drago Fafnir si era bagnato nel suo sangue per diventare invulnerabile alle armi. Una foglia, caduta per destino sulla sua schiena, indicò il punto in cui un traditore avrebbe conficcato la propria lancia.
A molti supereroi dell’antichità non mancavano nemmeno i superproblemi. Ercole, figlio illegittimo di Giove, dovette per tutta la vita fare i conti con l’ira rancorosa della moglie di questo dio, smaniosa di sbarazzarsi del figlio della colpa. Sciagure familiari e attacchi di follia omicida costrinsero Ercole a sobbarcarsi numerose, epiche, prove per espiare le proprie colpe.
Non mancavano neppure i crossover. Per chi non lo sapesse un “crossover” è una storia in cui due supereroi che normalmente hanno le loro avventure in collane o, comunque, in storie separate si incontrano. Ad esempio, i Fantastici quattro possono incontrare Silver Surfer o l’Uomo Ragno in una storia e insieme combattere i loro comuni nemici.
Anche gli eroi della Grecia ebbero il loro crossover quando l’eroe Giasone organizzò una spedizione in terra straniera, sulla nave Argo. Tra gli imbarcati, detti complessivamente “Argonauti”, figuravano eroi famosi come Ercole, i gemelli Castore e Polluce, il cantore mago Orfeo e tanti altri.
Le imprese degli dei e degli eroi erano inoltre raffigurate nelle sculture e nelle pitture, talora con tratti così vivi da richiamare i moderni fumetti che, non a caso, spesso si sono ispirati alla mitologia.
Così Thor, il dio del tuono, è entrato passato prepotentemente dalle saghe vichinghe ai comics statunitensi. E che dire della serie Sandman, che pesca abbondantemente nel patrimonio mitologico del mondo antico?
Anche i loro avversari non erano meno agguerriti e pericolosi, dei veri super avversari.
Come il dragone Tiamat, la madre di tutti i mostri, che Marduk sconfisse precipitandola nell’Abisso e conquistando il titolo di Re degli Dei. E che dire dei Titani? Giganti dalla forza bruta smisurata che diedero la scalata alla montagna degli Dei accatastando i monti uno sull’altro? Ma Zeus li sconfisse, scagliando contro di loro micidiali folgori, forgiate per lui da Giganti con un occhio solo.
Al tempo degli Dei, invincibili, immortali e beati, subentrò però il tempo degli Eroi. Figli degli Dei e perciò dotati di poteri straordinari, ereditavano il tragico destino della loro parte umana: l’essere mortali. Così la loro invulnerabilità presentava sempre un punto debole.
L’invincibile eroe greco Achille fu ucciso da una piccola freccia che lo colpì nell’unico punto debole: per renderlo invulnerabile, la dea Teti, sua madre, l’aveva immerso da piccolo nelle acque di un fiume infernale, lo Stige. Solo il tallone, per il quale lo teneva al momento dell’immersione, non era stato bagnato, segnando il suo destino.
Sorte analoga toccò al germanico Sigfrido. Dopo aver ucciso il temibile drago Fafnir si era bagnato nel suo sangue per diventare invulnerabile alle armi. Una foglia, caduta per destino sulla sua schiena, indicò il punto in cui un traditore avrebbe conficcato la propria lancia.
A molti supereroi dell’antichità non mancavano nemmeno i superproblemi. Ercole, figlio illegittimo di Giove, dovette per tutta la vita fare i conti con l’ira rancorosa della moglie di questo dio, smaniosa di sbarazzarsi del figlio della colpa. Sciagure familiari e attacchi di follia omicida costrinsero Ercole a sobbarcarsi numerose, epiche, prove per espiare le proprie colpe.
Non mancavano neppure i crossover. Per chi non lo sapesse un “crossover” è una storia in cui due supereroi che normalmente hanno le loro avventure in collane o, comunque, in storie separate si incontrano. Ad esempio, i Fantastici quattro possono incontrare Silver Surfer o l’Uomo Ragno in una storia e insieme combattere i loro comuni nemici.
Anche gli eroi della Grecia ebbero il loro crossover quando l’eroe Giasone organizzò una spedizione in terra straniera, sulla nave Argo. Tra gli imbarcati, detti complessivamente “Argonauti”, figuravano eroi famosi come Ercole, i gemelli Castore e Polluce, il cantore mago Orfeo e tanti altri.
Le imprese degli dei e degli eroi erano inoltre raffigurate nelle sculture e nelle pitture, talora con tratti così vivi da richiamare i moderni fumetti che, non a caso, spesso si sono ispirati alla mitologia.
Così Thor, il dio del tuono, è entrato passato prepotentemente dalle saghe vichinghe ai comics statunitensi. E che dire della serie Sandman, che pesca abbondantemente nel patrimonio mitologico del mondo antico?
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