venerdì 20 novembre 2009

SUPEREROI !!!


Sabato 21 novembre il tema della puntata è " Supereroi". Vi dirò che, nonostante io abbia il terrore dei ragni, il mio supereroe preferito è proprio Spiderman. Perchè? non lo so... forse perchè Peter Parker fa il giornalista, spesso pure un po' sfigato e sottovalutato.
Ma non parliamo di me. Parliamo di un eroe, che la Storia, il Mito e la Leggenda hanno fatto diventare super. Parliamo di PARIDE, colui che rapì la bella Elena e provocò una serie di guai e accidenti su e giù per la penisola Ellenica.

In CircostanzeTeatrali 2009, io recito un monologo interpretando Elena. Menelao e Paride sono le altre due voci dell'infausto terzetto. Però è a Paride che sono affezionata. Me lo sono immaginata come un ragazzino che agisce suo malgrado e si è trovato in mezzo a qualcosa di molto, molto più grande di lui. Insomma "mamma, non è colpa mia, sono state le Dee che me lo hanno fatto fare...". Giovane, dal destino un po' sfigato. Quasi come Peter Parker.


PARIDE

Mi viene da ridere. Mi viene da ridere, ah ah ah!
Ah! il veleno sta facendo effetto. Svolge bene il suo compito, questo veleno.
Mi viene da ridere. E da piangere. Sto morendo. Muoio alla fine di dieci anni di guerra, muoio per una menzogna, il peccato originale della mia vita mi ha presentato il conto.
Sono troppo giovane per morire…
Ero un ragazzino quando tutto è iniziato.
Facevo il pastore, solitario, fatto per abitare nel sole, immerso, come un dio selvatico, nel respiro degli animali e degli alberi.
Per un’illusione d’amore ho rovinato tutto.
Per una bugia, una bugia del cazzo… ah ah ah.
Chissà che cosa mi è saltato in mente, quel giorno, dove mi sono infilato, in mezzo alla ragione e al delirio, in mezzo tra l’incubo e il sogno.
Che diavolo mi prese, in quella gara assurda di bellezza tra dee, di attribuire a Venere il pomo tanto ambito.
Mentii, sedotto dalla promessa di incontrare e di possedere, favola leggera e mortale, la donna più bella del mondo. Era un sogno infantile, cresciuto oltre sé stesso, sui fuochi ormonali della pubertà. Fantasia nata dalla carne.
Ma questa promessa divina, cosa mi ha portato?
Solitudine, solitudine in attesa dell’avverarsi della profezia. Solo in mezzo a tutti i miei amici, i miei concittadini, che si misero anch’essi in attesa. Facendomi terra bruciata intorno.
Attendevano, loro. E aspettavo anche io, prigioniero di quella dannata profezia.
Ergastolano di un evento che per forza avrebbe dovuto, prima o poi, verificarsi.
Ah! Io, Paride, ero destinato ad amare e possedere la donna più bella del mondo.
Quella. E non altre.
Nessuna di quelle fanciulle, che mi apparivano fuggevoli, scivolando nelle strade di Troia, no, nessuna di quelle care e dolci creature che mi sorridevano da lontano, accennandomi un saluto. Nessuna.
Quella dannata profezia! Non ho più potuto avvicinare una donna senza che questa scuotesse tristemente il capo, mormorando “certo, non sono io…”
Condannato all’esilio di un’attesa. Abitante di un sogno, un sogno dal quale potevo liberarmi solo realizzandolo.
E’ stata la disperazione, e non l’amore, a spingermi verso Elena.
Quanto poco amore c’è nelle storie d’amore.
Quanto poco si amano gli uomini e le donne, veramente intendo.
Amano sempre sé stessi, e amano il proprio destino, negli altri.
Mi sono preso Elena, sì, non perché l’amavo, ma per la sua fama. E’ lei la più bella no?
Dovevo liberarmi, dovevo far avverare la profezia.
Elena era il mio sogno diventato carne.
Non l’ho mai amata.
Era solo la mia chiave per tornare al mondo.
E fu allora che accadde. Una cosa strana.
La Gelosia.
Si perché, tornato a Troia, insieme con Elena, ho scoperto che la mia evasione in lei era… reciproca. Entrambi eravamo fuggiaschi. Io, dal mio peccato originale. Lei, la bella Elena, da Menelao, suo marito.
Capii, d’un tratto, lucidamente, come un raggio di sole che penetra nel sogno oscuro e ferisce gli occhi, che Elena non era fuggita CON me, ma DALL’altro.
Non amavo Elena. Ma la gelosia senza amore è un’acrobazia intellettuale che non tutti conoscono, e che si alimenta di un dolore tetro e solitario.
La gelosia senza amore è l’onanismo della mente. E' destinata ai filosofi.
La gelosia per amore è un male per artisti. Non so chi l’ha detto, l’ho sentito da qualche parte.
L’una genera emozioni e allucinazioni, l’altra glaciazioni e teoremi.
Non l’ho mai amata, Elena, ma soffrivo pensando che lei amasse ancora Menelao.
Per qualche ragione tutta femminile che non mi interessava certo sapere, è venuta via con me amando lui. Per dispetto forse …. che ne so, valle a capire le donne!
Ho capito che Elena mi ha salvato dall’incubo della profezia, ma non mi ha salvato da me stesso.
Ho capito che avverare la profezia non è stata la mia vittoria, ma la mia sconfitta.
Infatti ora muoio, e io volevo fare tante altre cose.
Il mio sogno infantile, Elena, la più bella del mondo tutta per me, mi ha impedito di crescere, è diventato un tumore maligno, è diventato guerra decennale, sangue e lacrime, carri incendiati e cadaveri da calpestare.
Ho creduto che Elena fosse una liberazione, invece è stata così inutile.
Inutile…


(ispirato a un testo di G.Celli)


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