mercoledì 16 dicembre 2009

Siamo in Onda 19 dicembre "qual è la cosa più viola che hai visto?"


LA LEGGENDARIA PIETRA VIOLA: L’AMETISTA
Con un marito geologo mineralogista e un negozio di minerali, fossili, pietre e gioielli, è chiaro che la cosa più viola che io abbia mai visto e che continuo a vedere, per la verità, quotidianamente, è l’ametista. Geodi, punte, gemme tagliate e montate su anelli, orecchini, collane…
Questa pietra è conosciuta e apprezzata fin dalla notte dei tempi, associata a magia e mistero, ma soprattutto alla spiritualità. L’ametista è la gemma che orna gli anelli degli alti prelati (vescovi e cardinali) e non è un caso. In cristalloterapia le druse di ametista vengono usate per la purificazione delle altre pietre e degli ambienti. Aiuta il sonno e stimola i sogni. I cristalli singoli posizionati sul sesto chakra (o terzo occhio) aiutano a ridurre le emicranie, stimolano la consapevolezza spirituale e il rilassamento.
L’ametista favorisce ispirazione ed intuizione, ed è la pietra ideale per la meditazione e l’introspezione.

La leggenda che accompagna questa pietra è piuttosto intrigante: Ametista era infatti una ninfa del corteo della dea Diana, dea particolarmente sensibile al tema della castità. Di tale ninfa, in un momento di estasi etilica, si invaghì Bacco che iniziò così ad inseguirla per possederla. La ninfa chiese aiuto alla sua signora la quale per proteggere, non tanto la vita, quanto la castità della ninfetta, la trasformò in gelido cristallo di quarzo.
Riavutosi dalla sbornia, il dio Bacco si commosse della fine della piccola ninfa e così le diede il colore del vino e la proprietà di preservare dei ed umani dagli eccessi delle ubriacature. Tra i ricchi (soprattutto nella Roma imperiale) comparve quindi il vezzo di immergere un anello di ametista nel bicchiere di vino prima di bere. Dato che all'epoca tale gemma era rara e preziosa, e questa usanza era in voga solo tra i potenti, l'anello di ametista, venne presto considerato un simbolo di potere. L'usanza che i potenti di Roma avessero un anello di ametista si radicò così tanto tra il popolo che tale simbolo venne utilizzato più tardi dalla chiesa cattolica romana per esprimere autorità. Ancor oggi tale anello fa parte del corredo vescovile.
Sempre dal punto di vista storico, va anche ricordato che sette delle dodici gemme del Razionale (un pettorale sacro portato dagli antichi sacerdoti ebraici) ognuna delle quali rappresentava una qualità del Dio, erano varietà di quarzo, materiale del gruppo della silice: la sardonica, il citrino, il diaspro, la corniola, l'ametista e l'onice.
Il mio caro Oscar Wilde, affascinato dai riti e dall’esteticità della religione Cattolica (ma non si convertì mai nonostante avesse ventilato l’ipotesi più volte nella sua vita) portava un anello con ametista all’anulare destro. Nel suo “ Il ritratto di Dorian Grey” racconta la passione per le pietre preziose e in particolare per la viola ametista, che il protagonista vive a un certo punto della sua esistenza lussuriosa ed esteta.

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